COP27 – La Scelta è solo Nostra…

di Haton Bongiovanni

Sono passati più di 30 giorni da quando Filippo Bongiovanni è passato a miglior vita e siamo sicuri che avrebbe scritto alcune parole sulla COP 27, la 27° Conferenza Mondiale delle Nazioni Unite sul cambio climatico del 2022.

Questa Conferenza è più importante come non mai perché si affrontano temi molto delicati. La questione più importante è sul tavolo da almeno trent’anni, e finora gli Stati Uniti e l’Unione Europea hanno bloccato qualunque discussione al riguardo: i principali responsabili della crisi climatica temono di dover affrontare richieste di risarcimento potenzialmente illimitate. Ma la pressione dei paesi in via di sviluppo è diventata troppo forte: una conferenza organizzata in un paese africano non poteva evitare l’argomento. Questo sviluppo potrebbe inaugurare una nuova fase nella diplomazia globale sul clima, perché certo sui soldi non si scherza, ma con la salute del pianeta si.

L’evento mondiale potrebbe aprire una frattura insanabile nella comunità internazionale, oppure portare finalmente a una soluzione della crisi climatica.

Finora i paesi ricchi non hanno voluto quantificare i danni subiti da quelli poveri a causa del cambiamento climatico globale. Ma, in occasione della conferenza in Egitto, i toni del dibattito sono cambiati. I danni causati dal riscaldamento globale colpiscono tutto il pianeta, ma gli effetti sono più disastrosi nei paesi in via di sviluppo, che non hanno i mezzi per affrontarli e limitarli. Secondo un recente rapporto dell’Ong Oxfam, dal 1991 ogni anno una media di 189 milioni di abitanti dei paesi poveri è colpita da eventi climatici estremi. È un fardello in più per stati che sono già pieni di debiti. Allo stesso tempo questi paesi sono i meno responsabili delle perturbazioni del clima, perché hanno prodotto e tuttora producono meno emissioni. I paesi del sud pretendono giustizia!!!

Alcuni scienziati hanno stimato che saranno tra i 290 miliardi e i 580 miliardi di dollari all’anno entro il 2030, e fino a 1.700 miliardi di dollari all’anno entro il 2050. E questo calcolando solo le conseguenze sulle economie dei paesi in via di sviluppo. I paesi ricchi devono capire che le ricadute sono globali, non locali. Finora i paesi ricchi hanno continuato a respingere le richieste di aiuti economici, portate avanti dal 1991 dai piccoli stati insulari, per i quali la crisi del clima è una questione di vita o di morte.

Nel 2009, alla conferenza sul clima di Copenaghen, i paesi ricchi promisero di donare cento miliardi di dollari all’anno ai paesi poveri per interventi di adattamento alla crisi climatica. A oggi, rivela il Guardian, i principali produttori di gas serra (Stati Uniti, Regno Unito, Canada e Australia) non hanno versato la loro parte. Il debito maggiore è quello degli Stati Uniti: in rapporto alle loro emissioni, dovrebbero pagare quaranta miliardi di dollari, ma nel 2020 ne hanno versati appena 7,6.

Ricordiamo che dallo scoppio della Guerra fra Russia e Ucraina i paesi dell’ Occidente hanno finanziato Kiev cosi: Usa con quasi 45 miliardi di dollari (cosi suddivisi: 25 mld in armamenti, 9,2 mld di aiuti umanitari e  10,3 mld di aiuti finanziari) Regno Unito con 4 miliardi in armamenti, Germania con 1,2 miliardi di armamenti,  Polonia con 1,8 milardi di armamenti, la Francia di Emmanuel Macron (che da anni predica «l’autonomia strategica» dell’Europa per fare a meno degli Usa in campo militare) si è limitata a 233 milioni di euro ed infine l’Italia all’ultimo posto con 150 milioni di Euro (dati del Kiel institute for world economy – Ifw ).

Una domanda: se sommiamo sopra citati, con quasi 55 miliardi di dollari non si potrebbe incominciare a fare qualcosa per cambiare la situazione del nostro pianeta o aiutare i paesi nel sud del mondo colpiti dal riscaldamento globale? Ma continuiamo. Secondo un documento uscito poco prima dell’inizio della conferenza Cop27 a Sharm el Sheikh, in Egitto, solo cinque paesi (Giappone, Italia, Paesi Bassi, Norvegia e Svezia) hanno aumentato i loro contributi tra il 2021 e il 2022. In particolare, l’Italia ha creato un fondo per il clima da 840 milioni di euro all’anno, per il periodo 2022-2026.

L’occidente deve chiedersi quanto vuole essere stupido. I profitti a breve termine sono ancora la priorità?

Per anni i paesi industrializzati dell’occidente, e più di recente molti paesi emergenti, sono rimasti a guardare mentre i gas serra si accumulavano nell’atmosfera e la Terra si riscaldava, fino a toccare 1,15 gradi in più rispetto all’era preindustriale. Questi dati sono stati già stati anticipati dal Rapporto del IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) del 2021 dove si afferma chiaramente che non c’è più tempo ed abbiamo già oltrepassato il punto di non ritorno.

Gli effetti sono già devastanti, e il mondo è destinato a scaldarsi molto di più. Allo stesso tempo le società hanno accettato passivamente che i responsabili si arricchissero a dismisura. Nel secondo trimestre del 2022 le sei principali aziende petrolifere hanno registrato 57,2 miliardi di euro di profitti. In tre mesi!!!

Il riscaldamento del pianeta va avanti a un ritmo e con un’ampiezza inediti, scrive Le Monde. Nel settembre 2022 le temperature sono state in media più alte di 1,11 gradi centigradi rispetto a quelle dell’era preindustriale. Gli ultimi otto anni sono stati i più caldi mai registrati. Come ha ricordato anche l’ultimo rapporto sulle emissioni del Programma
delle Nazioni Unite per l’ambiente, i progressi fatti nella riduzione delle emissioni di gas serra sono insufficienti e, per come stanno oggi le cose, il pianeta è condannato a un aumento di 2,6 gradi entro la fine del secolo. Anche a livello di concentrazione di anidride carbonica, un gas a effetto serra che favorisce il riscaldamento dell’atmosfera, abbiamo raggiunto i livelli più alti degli ultimi due milioni di anni. Intanto gli oceani assorbono circa il 90 per cento del calore in eccesso prodotto sulla Terra, a un ritmo di 4 zettajoule all’anno, l’equivalente dell’energia sviluppata da 127 mila centrali nucleari.

Tgcom24 Allarme Unesco Scompaiono i Ghiacciai 03 11 22

Tg5 Ghiacciai Polari verso la Scomparsa 15 09 22

Tutta la situazione in cui ci troviamo sia dal punto di vista climatico, che dal punto di vista politico – economico sociale fu anticipata in tempi non sospetti dalle Intelligenze Extraterrestri attravero i comunicati trasmessi ad Eugenio Siragusa:

IO E LORO IN CONVERSAZIONE IL 2 OTTOBRE 1981

SECONDO LE INDAGINI EFFETTUATE DAGLI AMICI COI QUALI SONO IN CONTATTO, LA TERRA RISCHIA DI SUBIRE UN LIEVE OSCILLAMENTO CON CONSEGUENZE CATASTROFICHE.

IL GEOIDE POTREBBE ESSERE INVESTITO DA UN FORTE FLUSSO DI MAGNETISMO ANOMALO CON LA CONSEGUENTE OSCILLAZIONE SUL PROPRIO ASSE.

SECONDO ALI,

GLI OCEANI E I BACINI VERREBBERO SCONVOLTI PROVOCANDO ONDE GIGANTESCHE ALTE SINO A 175 METRI E CON POTERE DI PENETRAZIONE SULLA SUPERFICIE TERRESTRE DI DIVERSI KILOMETRI.

LE COSTE VERREBBERO SOMMERSE SUBENDO L’URTO TITANICO DELL’ENORME MASSA D’ACQUA CHE POTREBBE RAGGIUNGERE L’ALTEZZA DI 700-800 METRI PER UNA PROFONDITà DI 30-40 KILOMETRI.

L’OSCILLAMENTO DOVREBBE ESSERE DI POCA DURATA MENTRE GLI EFFETTI SI ESAURIREBBERO MOLTO PIU’ TARDI.

IL FLUSSO E IL RIFLUSSO DELLE MAREE SUBIRANNO GRADATAMENTE UN RALLENTAMENTO SINO AL RAGGIUNGIMENTO DEL NORMALE ASSESTO.

LE CONSEGUENZE…? FACILMENTE IMMAGINABILI.

Eugenio Siragusa

HOARA COMUNICA:

L’ANELLO MAGNETOSFERICO DEL VOSTRO PIANETA È IN PRECARIA INSTABILITÀ. COME GIÀ VI HO ACCENNATO, ABBIAMO REGISTRATO UN ANOMALO OSCILLAMENTO DELL’ASSE MAGNETICO SU CUI RUOTA LA TERRA RILEVANDO FUGHE E RIENTRI IN DIREZIONE SUD-SUD OVEST.

VI È IL PERICOLO DI UNA FUGA SENZA RITORNO DI 45 GRADI AD OVEST-SUD OVEST. SE L’INCLINAZIONE VENISSE ULTERIORMENTE SOLLECITATA DALLE VIBRAZIONI SCATENATE DA ESPERIMENTI NUCLEARI IN SUPERFICIE E NEL SOTTOSUOLO, DIVERREBBE IRREVERSIBILE LO SPOSTAMENTO DELLE ATTUALI CALOTTE POLARI CON INCALCOLABILI CONSEGUENZE CATASTROFICHE PER IL CONTINENTE EUROPEO E NORD AMERICANO.

L’ALTRO ASPETTO PIÙ DEVASTANTE POTREBBE INTERESSARE L’INTERO GLOBO A CAUSA DEL CONSEGUENTE DISGELO DEI GHIACCIAI POLARI CON L’INEVITABILE INNALZAMENTO DEGLI OCEANI.

VI ABBIAMO A SUO TEMPO PROSPETTATO LA PERICOLOSITÀ POSTUMA DEGLI ESPERIMENTI NUCLEARI EFFETTUATI NELL’ATMOSFERA. LE NOSTRE PREVISIONI SI STANNO RIVELANDO ESATTE.

NON AVETE VOLUTO ASCOLTARE. ORA I GUAI SARANNO VOSTRI.

HOARA SALUTA

Nicolosi, 15 gennaio 1985.

Ore 15:00

Ed ancora:

I GUAI CRESCENTI DEL CONTO ALLA ROVESCIA: PESTILENZE, HARBAR (PESTE DEI NEURONI DEL CERVELLO), DISSOCIAZIONE PROGRESSIVA DEI VALORI SOCIALI, MORALI, SPIRITUALI E CAOS IPERCAOTICO CON SCONTRI SELVAGGI SANGUINARI E VIOLENTI. GHIACCIAI IN FASE DI SCIOGLIMENTO TRASCINERANNO LE MONTAGNE A VALLE.

GLI OCEANI SI INNALZERANNO MINACCIOSI. IL FUOCO, L’ACQUA, L’ARIA E LA TERRA SI SCUOTERANNO IN OGNI DOVE. IL MAGNETISMO ANOMALO CAUSERÀ DISQUILIBRI NEI MEZZI DI TRASPORTO IN ARIA, IN ACQUA, IN TERRA.

L’AMICO DELL’HOMO:

EUGENIO SIRAGUSA

Nicolosi, 3 settembre 1987

La scelta dell’uomo è sempre la guerra… non è la pace, ne la prosperità…

La domanda da farsi adesso è questa: che mondo lasceremo alle prossime generazioni? I nostri figli avranno la possibilità di vivere un mondo milgliore o li stiamo consegnando ad un destino catastrofico ed inesorabile, dovuto alla nostra indifferenza e stoltezza…

Cosa possiamo aggiungere, se solo l’umanità avesse ascoltato adesso non si troverebbe in questa situazione. «Siamo passati dal punto iper-critico a quello iper-caotico», ma la speranza è sempre l’ultima a morire!

La scelta, come sempre, è solo nostra…

Per il Centro Studi Eugenio Siragusa

Haton Bongiovanni.

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