MADONNA DI GUADALUPE IN ATTESA DELLA LUCE (Parte 1)

L’immagine della Madonna di Guadalupe è quella di Maria in attesa del figlio Gesù, come dimostra la cintura nera legata sotto il seno, da secoli segno di gravidanza per le donne messicane. Per questo viene invocata dalle future mamme.

Guadalupe vuol dire «fiume di luce», non a caso la festa cade il 12 dicembre, vigilia di Santa Lucia, e siamo prossimi alla nascita di quel figlio che porta in grembo, il 25 dicembre.

GESTAZIONE-MADRE, FIGLIO-LUCE: La madre porta in grembo quella che sarà la luce del mondo.
IL MANTELLO, LA TILMA (LA MADRE – GESTAZIONE)
Alcuni degli eventi che portano con se un importante messaggio sono accompagnati da quelli che possiamo definire dei prodigi soprannaturali, che danno sostegno al messaggio stesso. L’immagine sulla tela apparsa nel 1531 a Juan Diego è di origine divina, non proviene da mani umane, ed è stata dipinta da Colui che ha dipinto tutto il creato.
Sia credenti che scettici, hanno osservato il manto della Madonna e lo hanno sottoposto a decine di test. Tutti confermano che il manto e l’immagine che riporta hanno caratteristiche soprannaturali.
La Madonna disse a San Juan Diego di salire sulla collina, cogliere alcune rose e portarle al vescovo. Juan Diego non ebbe esitazioni. Le rose erano lì, anche se non era stagione. Le raccolse nella sua tilma (mantello tipico messicano che portavano sulle spalle) e le portò al vescovo come segno del fatto che la Vergine voleva che lì venisse costruito un tempio. Quando Juan Diego fu davanti al vescovo e aprì la tilma in cui portava le rose, queste caddero a terra. Visto che non era il periodo della fioritura, si comprese che il segno era vero, e con suo stupore sulla tilma apparve impressa l’immagine della Vergine.
E’ veramente incredibile quello che la scienza ha scoperto su questa Tilma, che avrebbe dovuto distruggersi dopo 20/30 anni!
Studi oftalmologici realizzati sugli Occhi di Maria hanno scoperto che avvicinando loro la luce, la retina si contrae e ritirando la luce, torna a dilatarsi, esattamente come accade a un occhio vivo.

Ho esaminato gli occhi con un oftalmoscopio ad alta potenza e ho potuto apprezzare la profondità dell’occhio come se stessi guardando un occhio vivo”, ha affermato il dottor Enrique Graue, oculista di fama internazionale e direttore di un ospedale specializzato in Oftalmologia in Messico.

Negli occhi appare l’effetto Purkinje-Sansom: si triplica l’immagine nella cornea e sulle due facce del cristallino. Questo effetto è stato studiato dal dottor Purkinje di Breslavia e dal dottor Sansom di Parigi, e in oftalmologia è noto come fenomeno Purkinje-Sansom. Questo fenomeno, esclusivo dell’occhio vivo, è stato osservato anche nell’occhio della Madonna di Guadalupe dal dottor Rafael Torija con l’aiuto di un oftalmoscopio. Il medico lo ha certificato con queste parole: “Gli occhi della Madonna di Guadalupe danno l’impressione di vitalità”.
Lo stesso viene affermato dai dottori Guillermo Silva Ribera, Ismael Ugalde e Jaime Palacio, tra gli altri. Dal 1950, gli occhi della Vergine di Guadalupe sono stati esaminati da una ventina di oculisti. Studi recenti con il microscopio hanno rivelato che negli occhi della Vergine si vedono riflesse le sagome di varie persone, come quando guardiamo negli occhi di chi abbiamo davanti e ci vediamo riflessi. Negli occhi della Vergine c’è anche San Juan Diego. Scientificamente non ci si spiega come in un occhio di sette millimetri appaiano dodici figure umane.

La scienza scoprì che gli occhi di Maria possiedono i tre effetti di refrazione dell’immagine di un occhio umano. Nelle pupille di Maria (di soli 7,8 mm) si sono scoperte minute immagini umane, che nessun artista avrebbe mai potuto dipingere. Sono due scene e si ripetono in tutte e due gli occhi. L’immagine del vescovo Zumárraga negli occhi di Maria fu ingrandita mediante tecnologia digitale, e ha rivelato che nei suoi occhi è ritratta l’immagine dell’indio Juan Diego, che apre la sua Tilma davanti al vescovo.

La misura di questa immagine? – la quarta parte di un milionesimo di millimetro.
La temperatura della fibra di maguey (ricavata da una pianta) con cui è costruito il mantello mantiene una temperatura costante di 36.6 gradi, la stessa di una persona viva. La tela è appoggiata a una struttura metallica che viene mantenuta costantemente a 15 gradi per tenerla fresca, ma questa, quando ne viene misurata la temperatura, rivela 36,5°, la temperatura di un corpo umano sano.
La fibra di maguey che costituisce la tela dell’immagine, non può durare più di 20 o 30 anni. Vari secoli fa si dipinse una replica dell’immagine su una tela di fibra di maguey simile, e la stessa si disintegrò dopo alcuni decenni. Mentre, a quasi 500 anni dal miracolo, l’immagine di Maria continua a essere perfetta come il primo giorno. La scienza non si spiega l’origine dell’incorruttibilità della tela.
Uno dei medici che analizzò il manto collocò il suo stetoscopio sotto il nastro con fiocchi che Maria ha intorno alla vita (segnale che è incinta) e ascoltò battiti che si ripetevano ritmicamente, contò 115 pulsazioni al minuto, come per un bebè nel ventre materno.
Non si è scoperto nessun tratto di pittura sulla tela. In realtà, a una distanza di 10 centimetri dall’immagine, si vede solo la tela cruda: i colori scompaiono. Studi scientifici non riescono a scoprire l’origine della colorazione che forma l’immagine, né la forma in cui la stessa è stata dipinta. Non si riscontrano tracce di pennellate né di altra tecnica conosciuta. Gli scienziati della NASA affermarono che il materiale che origina i colori non è nessuno degli elementi conosciuti sulla Terra.
Francisco Camps Ribera, di Barcellona, noto a livello mondiale come esperto di tecniche pittoriche ha concluso: “Nessuno artista umano avrebbe scelto per realizzare la sua opera una tela di questa qualità senza preparazione”. Gli scienziati americani Smith e Callaghan, che hanno lavorato alla NASA, e Campos Ribera, nel suo parere del 1954, sostengono che nell’immagine della Madonna di Guadalupe non ci sia traccia di pennello. Chimici hanno poi analizzato i pigmenti, e non sono né di origine animale, né vegetale, minerale o sintetica, ovvero non si sa da dove provengano.

Si è fatto passare un raggio laser lateralmente sopra la tela, e si è evidenziato che la colorazione non è né al dritto né al rovescio, ma che i colori fluttuano a una distanza di tre decimi di millimetro sopra il tessuto, senza toccarlo. I colori fluttuano nell’aria, sopra la superficie del Mantello.

Nell’anno 1791 si rovescia accidentalmente acido muriatico sul lato superiore destro della tela. In un lasso di 30 giorni, senza nessun trattamento, si ricostituì miracolosamente il tessuto danneggiato.

Le stelle visibili nel Manto di Maria riflettono l’esatta configurazione e posizione del cielo che il Messico presentava nel giorno in cui avvenne il miracolo. il Manto della Vergine Maria, apparsa a Guadalupe (Messico) il 12 dicembre 1531, riporta una mappa stellare. (Secondo quanto riporta J. J. Benitez nella stampa spagnola). I tecnici della Nasa, analizzando l’immagine originale della Madonna di Guadalupe, apparsa misteriosamente nel mantello dell’Indio Juan Diego, hanno scoperto una mappa stellare unendo con delle linee le stelle dorate. Sono state così evidenziate le costellazioni di Alfa, Toro, Sigma e bilancia secondo il professor Armando Garcia De Leon, insegnante di Astronomia, la mappa risale all’anno 1531. Ciò significa che quattro secoli più tardi la moderna astronomia è stata capace di svelare il messaggio. Le ultime indagini, effettuate dal Prof. Tonsmann dell’università di Cornell (USA) tramite computer, hanno evidenziato dodici figure umane negli occhi dell’immagine sacra.

All’inizio del secolo XX, un uomo nascose una bomba ad alto potenziale in un arredo floreale, che collocò ai piedi della Tela. L’esplosione distrusse tutto ciò che era intorno, meno la Tela, che rimase in perfetto stato di conservazione.

È evidente che tutti questi fatti inspiegabili ci siano stati dati per una ragione: volevano catturare la nostra attenzione.

Per finire considera tre fatti in più:
“Guadalupe” significa nell’idioma indigeno: “schiaccia la testa al serpente”. È appunto il vangelo nella Genesi 3:15: Maria, vincitrice del maligno.

L’immagine è una pittura identica al dettaglio dell’Apocalisse 12: “apparve nel cielo un grande segnale, una donna avvolta nel sole, con la luna sotto i suoi piedi.”
La Vergine ha un nastro con dei fiocchi sul ventre, è “incinta“ per indicare che Dio vuole che Gesù nasca in America, nel cuore di ogni Americano.
Preghiera alla Vergine di Guadalupe (pubblicata sul “Non siamo soli”, del 5 maggio 1986)
Celeste Madre Maria, adorabile fiore che incarni il profumo dell’Amore e della Consolazione del Dio vivente. Il Sole è alto nel cielo circondato dai suoi bei colori, quando il mio sentimento in forma di pensiero accarezza la pelle dei tuoi candidi piedi. Preziosa Maria, preserva il nostro cuore e la nostra anima, tocca con le tue divine mani le nostre ansie, le nostre allegrie e i nostri dolori trasformandoli in un un’unica melodia.
Proteggici dal male e dalle sue tentazioni e fai che ognuno di noi sia il tempio di Luce e Sapienza secondo il santo volere di Colui che è nostro Maestro.
Santissima Maria, Madre nostra, visitaci in ogni pensiero e in ogni vigilia presentandoci di fronte al Divino Padre, attivi, giusti e pacifici per il santo programma che serviamo e che desideriamo.
Spargi la tua gentile consolazione sopra i nostri passi e nelle nostre azioni affinchè si traducano sempre nella unica e più grande verità di tutti i tempi.
Belen Bongiovanni


LA SINDONE (IL FIGLIO – LA LUCE)
“Giuseppe d’Arimatea, preso il corpo di Gesù, lo avvolse in un candido lenzuolo e lo depose nella sua tomba nuova. Nel giorno dopo il sabato, Maria di Magdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand’era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. Corse ed andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno portato. Uscì allora Simon Pietro insieme all’altro discepolo, e si recarono al sepolcro. Simon Pietro entrò nel sepolcro e vide le bende per terra ed il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un angolo a parte”.
La parola “sindone” deriva dal greco “sindôn” e indica un drappo di lino, che gli ebrei usavano per avvolgere i cadaveri prima di seppellirli.

Vi è evidente l’impronta di un uomo e della sua terribile sofferenza. È di circa trenta anni, alto 1,77 circa con la barba e i capelli lunghi, dai tratti somatici mediorientali. Analizzando il corpo dell’uomo sono evidenti i segni di una terribile flagellazione. La fronte, il capo e la nuca sono segnati da una corona di spine. Appaiono poi chiare due larghe contusioni con escoriazioni, causate dal “patibulum”, cioè dalla trave della croce che i condannati portavano legato alle braccia. L’uomo della Sindone è stato crocefisso con chiodi nelle mani * (simboli che tutti gli stimmatizzati della storia riportano in egual maniera, Paolo di Tarso, san Francesco, Padre Pio, Natuzza). Anche i piedi sono trafitti. Vi sono numerose tracce di sangue ed una larga ferita da taglio al costato. Tutti elementi che collimano perfettamente con la descrizione che i Vangeli fanno della crocefissione di Gesù.

* Le stigmate ai polsi o nelle palme? Più di una volta Eugenio disse, che Gesù le ricevette nelle palme delle mani, affinché potesse soffrire di più, e per non avere l’effetto di lacerazione, fu legato con delle robuste corde dalle braccia per essere sorretto alla parte superiore della croce.
Nel 1898 venne fotografata con le apparecchiature dell’epoca e si scoprì, sviluppando la lastra, che l’immagine impressa sul telo presentava le caratteristiche di un negativo fotografico. Mediante analisi computerizzate è stata verificata ai giorni nostri la corrispondenza anatomica delle due immagini, frontale e dorsale. Quindi quella della Sindone è un’immagine “tridimensionale”, circostanza confermata da moderne attrezzature della Nasa. Gli esami sul sangue fatti dal 1978 rivelano la presenza di emoglobina e di altre sostanze specifiche di sangue umano di gruppo AB.
Per datare la Sindone è stato utilizzato anche un metodo chimico basato sulla misura presente di vanillina (semi di vaniglia), esame che la colloca fra il 1000 a.C. e il 700 d.C., quindi in un periodo molto ampio, ma che sarebbe compatibile con le vicende evangeliche.
“Vorrei chiedere ai sapientoni della scienza terrestre quale tecnica ha usato l’uomo della sindone. Se non era Gesù-Cristo, il Messia, il Figlio del Dio Vivente,chi altro poteva lasciare l’immagine del suo corpo e della sua sofferenza.
Neppure oggi, la tecnologia moderna riuscirebbe a riprodurre un’immagine con la stessa tecnica misteriosa della sindone. Come ha fatto quindi l’uomo raffigurato nel lenzuolo a farlo nel Medio Evo!?
Solo un Essere astrale può effettuare tali prodigi in questa dimensione. Allora, amici terrestri, è o non è la reale figura di Cristo!?”
L’amico del Homo
Eugenio Siragusa
Nicolosi 16 ottobre 1988

Centro Studi Eugenio Siragusa

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