Mu, il continente perduto forse esisteva realmente…

Mu, il continente perduto forse esisteva realmente

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-Nei tanti argomenti esposti vicino ad Eugenio, non potè certo mancare quello inerenti i continenti MU e ATLANTIDE…
Eccovi quello su MU…pubblicato nel giornale NONSIAMOSOLI del Gennaio 1986, con una lettera di Eugenio, che risponde, sempre in quel periodo ad una teoria formulata da uno studioso sulla fine del continente MU
Filippo Bongiovanni

MU: MADRE TERRA DEGLI DEI.
Si parla raramente della mitica e misteriosa civiltà MU che, seppur abbia lasciato testimonianze tangibili sia nella storia tramendata oralmente di antichi popoli, sia nei reperti archeologici scoperti in tutto il mondo, è ritenuta fantastica e non è considerata con occhio
attento. Questa antica civiltà potrebbe restituire all’uomo la sua reale identità, la consapevolezza della sua verace origine e dei suoi Divini Tutori. La conformazione terrestre del periodo che prenderemo in esame, è molto differente da quella attuale, avendo come Polo Nord il Monte Everest, e come Polo
Sud gli altipiani boliviani. Tre erano i satelliti che orbitavano
intorno alla Terra.
“I fiumi formavano dei laghi poco profondi, presso le cui sponde miriadi di sacri fiori di loto punteggiavano la scintillante superficie d’acqua. I colibrì, saltando di fiore in fiore facevano i loro brevi voli, risplendenti come gioielli vivi sotto i raggi del Sole. I piumati uccelli
canterini gareggiavano l’un l’altro ora su una macchia, ora su un
albero, nei loro dolci gorgheggi. Mastodontici elefanti poderosi battevano le orecchie per scacciare insetti molesti. Larghe strade piane erano tanto perfette che l’erba non vi cresceva in mezzo. Terre
collinose e ondulate, vaste pianure, un paese tropicale che copriva
oltre 8000 Km da est a ovest, e 5000 Km da nord a sud. Stretti canali
o piccoli mari interni dividevano in tre zone il maestoso ed
imponente continente, mai esistito prima sulla Terra. Dieci
tribù convivevano sotto un unico governo, con a capo l’imperatore
con il nome di RA-MU: divinità del Sole. Tutti professavano la
stessa religione, la venerazione della divinità tramite simboli.
Tutti credevano nell’immortalità dell’anima, la quale alla fine
tornava alla “Grande Sorgente” donde era venuta. Nelle terre del
MU prosperavano sette grandi città, principali sedi della religione,
della scienza e della dottrina”. Ecco l’EDEN, il
PARADISO TERRESTRE, ovvero il POTENTISSIMO CONTINENTE MU. Così lo narrano antichi scritti Greci, Troiani, Egizi ed innumerevoli documenti
LHASA. Questa primordiale culla dell’uomo situata nell’attuale Oceano Pacifico si estendeva dalle Indie sino alle Americhe
centro-meridionali, dove circa tre milioni di anni fa, le terre
sovrastavano immense distese d’acqua. Oggi è difficile
scorgere il grande e civile Impero MU, inghiottito dalle acque
dell’Oceano Pacifico, ma di esso innumerevoli ritrovamenti
archeologici testimoniano l’esistenza di un popolo dalla pelle color
rosso scuro, vigoroso nell’arte e nella scienza. La prima traccia
sull’esistenza di questo continente, si ebbe con il ritrovamento nel
1868 delle tavole dei Naacal, scritte in caratteri Naga, in India da
parte del ricercatore inglese J. Churchward, colonnello dell’esercito
britannico. Ritiratosi in un monastero buddista, ebbe l’opportunità
di studiare le tavole, le quali testimoniano che in un passato molto
lontano un grandissimo impero governava gran parte del mondo. A questa eccezionale scoperta, si aggiunge quella fatta dall’archeologo Niven nel 1972 in Messico; egli scoprì delle tavole scritte in simboli e caratteri Naga-Maya, che testimoniano anch’esse l’esistenza di un continente scomparso nell’Oceano Pacifico. Le due raccolte hanno un’origine comune: entrambe infatti sono un compendio delle Sacre Scritture ispirate del MU. Molte delle tavole messicane, forniscono anelli mancanti al racconto della creazione fatto sulle tavole Naacal. La creazione avvenne in
sette periodi, come i sette giorni della Bibbia. Gli argomenti
trattati nelle tavole messicane sono inoltre la Vita e i particolari
della sua origine. Secondo le tavole, l’uomo “saltò” sulla Terra
nella sua forma primitiva ed originale, senza subire l’evoluzione
naturale della vita. Oltre mille tavole sono
dedicate all’origine ed alla attività delle Quattro Grandi Forze
Cosmiche. Esse sono indicate come dirette emanazioni del Creatore.
Gli antichi le chiamavano: I Suoi Desideri”, “La Sua Volontà”
e i “Suoi Ordini”. Inoltre esse governano i moti di tutti i corpi
dell’Universo. In ultimo, ma non meno
importante, si tratta l’argomento della creazione della donna. Le
tavole spiegano che l’Uomo, quando “saltò” sulla Terra, era
formato da due uova cosmiche: il principio maschile ed il principio
femminile. A questo punto si legge che forze esterne separarono il
corpo nella morte, creando da esso il maschio e la femmina. Così con questa tavola l’analogia con il testo biblico è chiara; tanto che la
sorgente della Genesi non possono essere altro che le Sacre Scritture inspirate dal MU. In sintesi, i reperti messicani e quelli dei Naacal, testimoniano che sotto molti aspetti
la civiltà MU, era molto superiore alla nostra, e notevolmente più
progredita in certi settori, di cui il mondo moderno comincia appena
a prendere conoscenza. Ma come tutti gli imperi che su questa Terra hanno visto la loro magnificenza ed il loro apogeo, ecco che per quella legge infallibile che governa
l’intero cosmo, CAUSA-EFFETTO, conosciuta perfettamente da questo antico popolo, si abbattè su di esso una sventura immane, dovuta soprattutto alle malvage sperimentazioni delle conoscenze acquisite.
In quel tempo, a sud dell’impero, nel periodo fiorente, dominavano
dei personaggi dalla statura gigantesca, di cui i megalitici resti
dell’isola di Pasqua sono la testimonianza, esseri provenienti da un
incrocio particolare “e i figli di Dio s’innamorarono delle figlie
degli uomini, ed esse partorirono loro dei figliuoli”: (Genesi v
6,4); tali erano in statura ed in sapienza, ma l’orgoglio prese posto
alla consapevolezza di essere figli di Dei venuti dal cielo, tanto
che fecero della Verità una presunzione umana. Con tale vanto
credettero di essere superiori ai Padri che li avevano generati.
Cominciarono a predicare la loro indiscussa vanità per tutta la
“Madre Terra”, causando convulsioni psicologiche nelle menti e
nei cuori degli uomini che fino ad allora avevano adorato Dio in
Spirito e Verità. La degenerazione ebbe un epilogo travolgente: ed è
proprio un milione e mezzo di anni fa, che uno dei tre satelliti che
orbitavano intorno alla Terra, venne a schiantarsi su questo
imponente territorio che aveva posseduto le più grandi conoscenze
spirituali e scientifiche. Un documento ce lo descrive nei minimi
particolari: si tratta delle tavolette Lhasa, che narrano il fatale
avvenimento : “Quando la stella di Bal cadde là dove oggi non c’è che mare, le sette città tremarono con le loro porte d’oro ed i loro templi, nacque una grande vampata e le strade si riempirono di denso fumo. Gli uomini tremarono di paura, ed una grande folla s’assiepò nei templi e nel palazzo del Re. Il Re disse: – Non vi ho predetto tutto questo? E gli uomini e le donne vestiti dei loro preziosi abiti, ornati dei loro meravigliosi monili, lo pregavano e lo imploravano:-Salvaci, RAMU!” – Ma il Re profetizzò loro che sarebbero dovuti morire con i loro schiavi ed i loro bimbi, e che dalle loro cenere sarebbe nata una nuova razza umana”. Alla profezia prese posto la realtà; l’ Oceano Pacifico aveva ormai esteso il suo
imperioso dominio; i superstiti di MU emigrarono chi a ovest chi a
est, incrociandosi con altre razze. Un incrocio risultò particolare
nella storia della vita sulla Terra: era quello con il popolo dalla
pelle color bronzo. Da questa unione, nacque una nuova razza dalla pelle color rame, che avrebbe dato in seguito vita ad un’altra gloriosa civiltà: quella lemuriana. In questo contesto di
Verità, emerge imperioso, nella vita dell’uomo, l’Imponderabile, che
dirige il destino del Cosmo, servendosi del ponderabile inconsapevole esecutore, uomini compresi.
Fine prima parte

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-Seconda Parte:

NON FU UN METEORITE A CADERE SUL CONTINENTE MU.
In relazione all’articolo pubblicato su “Il Giornale” del 7-10-1985.

«Non è esatta l’ipotesi di Luis e Walter Alvarez sulla catastrofe che sconvolse la Terra, molto, ma molto tempo fa.»

«Non fu un meteorite a precipitare sulla superficie del pianeta, ma uno dei due piccoli satelliti che, con l’attuale luna, orbitavano attorno alla Terra.
L’impatto avvenne nella zona del Pacifico, attuali Fosse delle Marianne, distruggendo il continente “MU” e provocando la fuga dell’asse polare verso sud-sud-est e parte della dilatazione del geoide.
Le conseguenze immediate sono state le seguenti:
A) Arroventamento dell’atmosfera con conseguente disidratazione mortale di animali, vegetazione ed esseri umani.
B) Sconvolgimento del manto magmatico e fuori uscita del magma in moltissime zone della superficie terrestre.
C) Evaporazione delle acque e parziale disgelo dei ghiacciai delle due calotte polari.
D) Immensa condensazione del vapore acqueo nell’atmosfera di tutto il pianeta, con totale oscuramento del sole.
Le conseguenze postume furono:
A) Innalzamento delle acque degli oceani e continue precipitazioni a carattere alluvionale su tutta la superficie del globo.
B) Lenta deriva dei continenti in relazione al nuovo asse di rotazione del geoide.
C) Notevole abbassamento della temperatura sino a -70°, in tutta la superficie terrestre.
Il secondo piccolo satellite distrusse il continente atlantideo, facendo oscillare paurosamente il globo e provocando onde anomale capaci di penetrare per centinaia di chilometri sulla superficie terrestre e seppellendo sotto il fango e i detriti intere città e popolazioni, a causa dei flussi e dei riflussi delle acque.
In strettissima sintesi, l’ipotesi esatta è questa.
POTREBBE RIPETERSI.»
Distintamente.
Eugenio Siragusa

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